Sanremo all’osteria.
Nei fumi della sbevacchiata tra “barbera e champagne” ieri sera ci siamo domandati con quale piattaio concludere la serata, inizialmente "spaghetti cacio e pepe" ma abbiamo aggiunti il bis di "gnocchi al parmigiano" pensando al covid.
Il lignaggio delle canzoni per apprezzarlo bisogna
ascoltarlo più volte, per il resto della sublimazione energetica, della serata
zoppicante nel rosa riflesso delle solite terrazze romane, percepite dal
lontano lampo di un” Vincenzina davanti alla fabbrica” oramai in via di estinzione,
ha rassicurato l’umore della tacca del fuggi di pochi milioni di contatti,
confermando come il ricordo del “Carosello” in un rumore di riflesso di un “Rumore
Rumore” alla Frak Sinatra.
Una serata “simpatica” dove l’eccellenza della concertazione leggera musicale è stata guastata dai soliti netizen che hanno concentrato l’attenzione sulle orecchie dei partecipanti al Festival, in effetti è stato evidente l’effetto Covid conseguenziale all’uso delle mascherine che produce le orecchie spostate anche quando si toglie la mascherina, evidenti a forma di elefante, effetto Bumbo!.
Purtroppo, un fenomeno ormai comune ma ridicolizzato a cui la direzione artistica non può porre rimedio…o non se n’è accorta, ma la regia… Forse l’errata posizione delle telecamere?
"Concludendo"
La serata sul concludendo all’osteria, ha visto la doglianza della cameriera e cammariere nella
crisi causa della pandemia in corso, sul dimenticarsi di quanto stanno subendo gli altri inservienti dell’osteria, giustamente ognuno
deve pensare a se stesso, subito rimbottate da un altro cliente che lavora alla
centrale elettrica qui vicina che ha sbottato “allora se io cosa dovrei dire
che ti tengo la luce accesa?” che dragata! (nel senso "che figata"!).
Ma si sà la RAI è di tutto e di più…
"ma quanto mi costi!".
Le opinioni e le opinioni espresse nell'articolo non riflettono necessariamente quelle del “il Caffe sapere aude”: