Milano gastronomica nel mondo, per i golosoni.
Nel 2015 con l’Expo Milano divenne la finestra del mondo
sull’alimentazione, nell’oggi prosegue un po’ dimenticata in relazione alla diminuita dose d’interesse economico,
vincolo dominante pur non ufficialmente “brevettato” di una immaginazione di ricca
democrazia.foto web Via Paolo Sarpi - Milano
Gli echi connessi al EXPO indubbiamente li ritroviamo nella
ristorazione, in quella evoluzione gastronomica, che pur valorizzando l’imprinting
gastronomico nazionale guiarda la mondo, (per il locale locale pochi e ormai in via di estinzione sono
i luoghi dove si può assaporare la cucina tipica milanese lombarda, tra l’altro
ben recensiti e apprezzati su siti ad intelligenza globale). La gastronomia
locale tipica è forte saporita con ingredienti che storicamente dovevano dare
energia per il faticoso lavoro, dove il risotto, il maiale, come non ricordare
la “Cassola”nome plasmato nella storia (dal
nome della cazzuola strumento manuale di lavoro usato nell'edilizia dal
muratore), e formaggi locali tipici nella loro grande pezzatura che rammentano il bisogno di
soddisfare i bisogni di tanti: Gastronomia indirizzata, nei pochi piatti strutturati
nell’ eccellente per la loro economicità e apporto nutritivo; un che, nella
attuale evoluzione globale, in stridenti confronti socio cultural di micro comprensione.
Piatti locali che sono regolarmente dimenticati nei banchetti nazionali di
alto livello pur avendo dato un grande contributo.
Nell’insieme, da milanesi immaginiamo che la città debba
contribuire anche attraverso la gastronomia nella sua evoluzione, per una
apertura intellettuale grazie alla sua ricca storia di gastronomia povera, e chi
ha provato la povertà comprende il bisogno, in una mentalità aperta e comprensiva.
Negli anni scorsi nella tipicità milanese, i giorni del
risotto hanno fatto convergere nella città grandi chef, purtroppo l’attuale
pandemia frena la promozione di queste attività.
Seguendo la cultura, anche di grandi chef leader, quando si
assaggia una gastronomia si assaggia non solo cibo, ma cultura, storia, lavoro,
nel formare.
Milano negli ultimi anni pare aver recepito questo interesse,
sempre più offrendo un percorso gastronomico globale per chi oltre la pancia
vuole nutrire lo spirito della cultura.
Una eccellenza nel fiorire, se pur purtroppo costretta in architetture urbanistiche, è la Chinatown milanese, incrocio culturale indispensabile, dove l’accoglienza
include situazioni nazionali di eccellenza che trovano spazio offrendo una
anche se pur limitata visione d’insieme con tipicità gastronomiche che corrono
dalla Sicilia a formaggi pregiati, ed al altri gustii; non solo in questa esposizione gastronomica si
supera la cattiva conoscenza che la cucina cinese sia tutta uguale, si possono
gustare cucine regionali, come quella di Shangai o quelle meno conosciute come
la gastronomia dello Huai-Yang, e di
altre, come quella dello Huaian, nella provincia di Jiangsu, nella Cina
orientale in parte plasmato dai 2500 anni di storia del Grand Canal Pechino-Hangzhou con più di
1.300 tipi di piatti della ricchezza dei poveri. L'unicità di Huaian ha creato anche piatti ricchi con aragoste e
granchi pelosi. Il pesce è la parte principale della cucina Huai-Yang, ha
un sapore leggero, delicato e dolce preservando il gusto originale degli ingredienti.
Anche i piatti locali se pur semplici e anche poveri sono regolarmente presenti
nei banchetti nazionali di alto livello.
La gastronomia di Huaian è parte rete
delle città creative dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione,
la scienza e la cultura (UNESCO).
Un tour gastronomico che solo l'eccellenza di Milano presenta e trova.
MM
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Le emissioni digitali di questa storia sono stimate almassimo tra 1,2 e 3,6 g di CO2 per visualizzazione di pagina. ( L' effetto serra causato dall'anidride carbonica per provocare il riscaldamento globale è una potente intuizione. Sulla base di esperimenti relativi all'aumento della temperatura, al contenuto di anidride carbonica e all'assorbimento di calore, più di 30 gruppi di ricerca degli otto principali paesi industriali hanno confermato questa tesi").