Il vuoto Italia -
Mentre le curve percentuali fluttuano in un mare confuso, pare che solo la "speranza" guidi il nostro futuro.
Un antico dilemma universale trasversale
in tutte le culture del mondo è il fato. Se esso va accettato e seguito in modo
amorfo, o se esso vada affrontato e guidato secondo la nostra capacità intellettuale.
Potremmo vedere questi passaggi nel “essere
o non essere” Scespiriano o in altri riferimenti che possiamo trovare
ampiamente, e vedere anche la terza soluzione di un << po’ fare e un po’ non fare >> secondo schema di potere e convenienza.
Nel “Bel Paese” il vuoto emerge aprendo la TV dominante, in un
incoerente susseguissi di passerelle dell’ambizione piene di contenuti vuoti o con somma zero.
L’alimentazione è ormai al centro della scena Covid anche se
non se parla o se ne parla di riflesso.
Analizzando l’evoluzione del Covid in Cina, la presa di posizione da noi è stata “quelli sono Comunisti qui c’è la democrazia non possiamo fare un controllo come loro è una questione di libertà democratica.”. Anche se non è ben chiaro questo prospetto filosofico è stato di successo politico ma di sconfitta sociale, ed i risultati sono trasparenti, o almeno vengono venduti come tali, salvo intrighi statistici.
Viviamo in un’era dove le logiche sono cambiate poiché i tempi di trasmissione di reazione di spostamento sono cambiati con internet e non solo.
Organizzazioni strutture
poteri non hanno e non gradiscono questo discorso abituati al potere di
trasferire con riflesso ritardato, ciò che avviene. Di qui possiamo vedere i ritardi nella scuola,
i ritardi nel commercio e nella industria, non per incapacità ma per opportunismo
di parte.
Siamo come in un ambito dove esiste l’elettricità per
illuminare le case ma lo si osteggia al fine di poter vendere candele e lampade
a petrolio.
La questione alimentare Covid è ormai chiara, in Cina molto attenta
e sulla difensiva, visto la sua esperienza storica, emerge il problema
contaminazione alimentare e sebbene la fonte dell'epidemia non sia stata
determinata va controllato che non avvenga un ritorno.
Il fatto è che anche in Cina il Covid riappare, ma da
dove?
Sotto analisi cìè la catena del freddo e non solo.
Fonte Cinese:
“Alle 8 del mattino di domenica, 852 campioni delle merci
importate erano stati testati e tutti i risultati erano negativi, secondo il
Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie della città di
Dongguan.
Nei giorni scorsi Shanghai, Tianjin e Mongolia Interna hanno
segnalato nove nuovi casi locali confermati di coronavirus.
Shanghai ha segnalato per la prima volta due casi locali
confermati di COVID-19, una coppia sposata nella sua nuova area di Pudong
venerdì, con il marito che lavorava in un terminal merci dell'aeroporto
internazionale di Pudong. La città ha riferito sabato un altro nuovo caso
COVID-19 confermato a trasmissione locale, con il paziente che è il collega del
caso precedentemente confermato, che lavora al terminal merci dell'aeroporto
internazionale di Shanghai Pudong.
Otto persone della comunità residenziale di Kanhaixuan
nell'area del porto di Dongjiang a Tianjin sono risultate positive al COVID-19
tra il 10 e il 20 novembre, inclusi quattro nuovi casi confermati che sono
stati segnalati venerdì mattina, ha detto il governo locale venerdì.
Le indagini epidemiologiche hanno mostrato che due degli
otto residenti risultati positivi per primi sono caricatori locali che hanno
avuto un contatto diretto con le importazioni della catena del freddo.
Sabato, la Mongolia interna della Cina settentrionale ha segnalato due casi di COVID-19 trasmessi localmente nella città di Manzhouli
Sabato, la provincia del Guangdong della Cina meridionale ha
segnalato due nuovi casi di test di cibo importato positivi per il coronavirus.
L'imballaggio di ali di pollo importate dall'Argentina (numero di lotto:
BDAICA) e zampe di pollo congelate importate dalla Russia (numero di lotto:
2308) nella città di Dongguan è risultato positivo. “
Quale potrebbe essere la soluzione, se la catena alimentare è contaminata?
Ieri il Caffe ha parlato della tracciabilità, ma se ciò non avviene vi è un'altra
possibilità, quella di consumare cibo già cucinato e certificato privo di virus. Una soluzione che sconvolgerebbe l’attuale
sistema, e categorie oggi sacrificate della ristorazione diverrebbero un asse
portante.
Forse dovremmo sperare di meno e reagire di più ma è una
questione politica di responsabilità sociale oltre ad essere una questione
filosofica.
Essere o non essere
questo è il dilemma.
p.s.:
No problem arriva il vacino. Ma quando arriverà un altro virus? Aspettiamo di sentire quanto partorirà il G 20: